google home smart speaker

La rapida ascesa degli smart speaker porterà in breve tempo ad una rivoluzione totale del web e dei suoi contenuti, secondo nuovi modelli di interazione che sono già realtà.

La rapida diffusione degli smart speaker in tutto il mondo, Italia compresa, è certamente un fenomeno destinato a lasciare il segno dei prossimi decenni.

Le major dell’hi-tech hanno fiutato l’affare da tempo e oggi sono alle prese con la costruzione di un’infrastruttura sempre più solida, sulla falsariga di quanto avvenuto agli albori del web, dei motori di ricerca o dei social network, e ancor prima della radio e della televisione.

Decine di modelli diversi – ispirati dagli apripista di Amazon (con quattro modelli di Echo) e Google (con due di Home) – popolano ormai da mesi gli scaffali delle grandi catene di elettronica, disponibili a prezzi che oscillano dai 50 ai 150 euro, in base alle caratteristiche e alle funzionalità messe in campo.

Un’ascesa, quella degli altoparlanti intelligenti, che secondo le statistiche porterà la spesa pubblicitaria del settore a sfiorare i 20 milioni di dollari entro il 2022 (oggi si mantiene su valori molto inferiori) e che corrisponderà ad investimenti sempre più alti delle case produttrici nello studio e nel perfezionamento di nuovi modelli, sempre più attrezzati ma sempre basati sul concetto elementare dell’interazione vocale.

Le intelligenze artificiali ‘contenute’ negli smart speaker che oggi sono alla portata di tutti noi sono infatti perfettamente programmate per riconoscere la voce dell’utente e per eseguire comandi ad hoc, rispondendo a molteplici domande e soddisfacendo richieste di informazioni che finora eravamo abituati a digitare su una tastiera.

La vera rivoluzione sta anche nello spazio di interazione, considerato che la tecnologia di cui parliamo ci permette di non interrompere quello che stiamo facendo e non richiede un’interazione fisica che vada oltre il pronunciare una frase utilizzando la nostra voce. Altra novità sta nella possibilità di ‘liberare’ gli occhi, finora abituati a leggere uno schermo, e affidarsi al nostro udito: una svolta sensoriale.

In un contesto simile, Google punta sempre più a potenziare la versione vocale del suo motore di ricerca, mentre Amazon lavora per un e-commerce guidato da comandi parlati. Una scelta che si spiega con la volontà di rendere i propri servizi di punta sempre più al passo con i ‘nuovi tempi’, i tempi degli smart speaker.

Nel web vocale anche la pubblicità dovrà fare i conti con stravolgimenti non da poco, considerato che i risultati di ricerca di informazioni o prodotti in vendita non potranno essere tanti quanti quelli visualizzati nel web testuale. Da ciò deriverà la scelta di privilegiare alcuni, pochissimi, fornitori di prodotti, servizi e informazioni, e la necessità di riscrivere le regole commerciali e pubblicitarie del web.

La minore quantità di informazioni fornite dalla nuova tecnologia smart, però, non costituirà quello che apparentemente potrebbe sembrarci un passo indietro: grazie ad una potente profilazione dell’utente infatti, gli altoparlanti intelligenti saranno in grado di centrare maggiormente il bersaglio, con risposte mirate, a misura di un utilizzatore che hanno imparato a conoscere molto meglio di quanto riuscisse a farlo un motore di ricerca testuale.

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