telefono con speaker

Si parla moltissimo di strategie audio digitali, o digital audio strategy per stare sull’inglese. 

Ma spesso chi si occupa di strategia e marketing dimentica che per abilitarne l’utilizzo le piattaforme sono fondamentali: non per niente questa nuova spinta al mondo dei podcast è arrivata da uno degli over the top più in voga: Spotify

La rinascita del podcast, uno degli strumenti più famosi della prima internet, avviene proprio a partire dall’acquisizione di Anchor da parte del colosso della musica europeo (credo che Spotify si sia accorta dell’invecchiamento del proprio pubblico e abbia iniziato a spingere con forza anche contenuti più adulti, come, appunto, i podcast). 

cta digital audio strategy

Ma noi fissati con la tecnologia e che abbiamo visto internet e il web nascere nei nostri uffici e nelle nostre case, non possiamo dimenticare quello che accade sotto il cofano

La verità che troppo spesso facciamo finta di dimenticare è che, per quanto utili per raggiungere molti tipi di pubblico diversi, le piattaforme fanno i loro interessi: in questo caso si appropriano del contenuto audio, lo misurano, lo utilizzano e grazie ai contenuti che noi utenti forniamo loro, addestrano le proprie intelligenze artificiali (ne sappiamo qualcosa, visto che addestriamo tutti i giorni la nostra AI AK22). 

Quando diamo in pasto un contenuto a una piattaforma lo facciamo senza leggere i termini e le condizioni di utilizzo: beh, in tanti casi, si concedono diritti di utilizzo pressoché illimitati.  

Per questo torna a essere centrale la proprietà del dato. Una cosa intelligente, un po’ come fanno le aziende che convogliano traffico al proprio sito web mediante i social, è quello di usare queste piattaforme come canali di marketing, ma mantenere i propri contenuti all’interno di strumenti dedicati e/o in-house. 

telefono con chiave e applicazioni

Quando si ragiona di marketing, anche audio ovviamente, non si possono dimenticare le tecnologie abilitanti: nel mondo contemporaneo la forma tecnologica è certamente sostanza. 

Noi di 22HBG stiamo lavorando da tempo proprio a questo: dare ai nostri partner strumenti facili quanto quelli delle platform internazionali ma che consentano loro di restare interamente proprietari dei contenuti: senza per questo dimenticare il potere distributivo che Spotify, Apple e Google possono avere, senza scordare di Facebook e degli amici di Amazon proporranno nei prossimi 5 anni molte platform relative al mondo audio.  

Ancora non vi riveliamo tutto quanto, ma posso certamente dirvi che ci sono grandi novità in arrivo, su questo argomento: una tecnologia che abiliterà radio e brand all’implementazione di digital audio strategy efficaci, misurabili e senza perdere un grammo di potere e possesso dei propri contenuti. 

Mi sembra proprio il caso di dirlo: restate in ascolto

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